martedì 28 ottobre 2008

IL NUOVO GIROTONDINO




PRAGA '68: FINI, DA PRIMAVERA PARTI' STRAPPO PCI DA URSS
Con la 'primavera' di Praga, quarant'anni fa, inizio' il "processo di graduale, ma inarrestabile presa di distanza dai modelli del socialismo reale, che ha condotto nei decenni successivi la sinistra italiana a ripudiarne la intrinseca vocazione totalitaria". Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in occasione del convegno a Montecitorio, che ha ricordato il quarantesimo anniversario dei drammatici avvenimenti cecoslovacchi. Fini si e' riferito in particolare al "Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, tra i piu' lucidi protagonisti di tale svolta storica".




Roma, 4 ott. (Adnkronos/Ign) - "Il rischio razzismo c'è ed è per questo che è importante l'integrazione". Parola del presidente della Camera, Gianfranco Fini, a Milano per la festa nazionale del Pdl. "Bisogna avere l'onestà intellettuale - ha detto - di dire che ci sono stati episodi di discriminazione razzista e xenofoba, in alcuni casi anche violenti. Negarlo sarebbe sbagliato. Bisogna comunque verificare con precisione e scrupolo quello che è accaduto e bisogna anche avere della cautela prima di parlare di razzismo anche se il rischio di razzismo c'è".








SINISTRA: FINI RICORDA FOA IN AULA, SEPPE VEDERE PRIMA DI ALTRI
Roma, 21 ott. (Adnkronos) -''Ricordare la figura di Vittorio Foa significa ripercorrere idealmente la storia di una esistenza intensa, vissuta all'insegna del piu' alto impegno civile, politico e culturale. Come ha autorevolemnte affermato il capo dello Stato, Foa e' stato senza alcun dubbio une dalle figure di maggiore integrita' e di spessore intellettuale e morale della politica e del sindacalismo italiani del Novecento''. E' quanto ha affermato il presidente della Camera Gianfranco Fini, commemorando in aula a Montecitorio la figura di Vittorio Foa. ''La sua appassionata dedizione alla causa della liberta', pagata -ha ricordato Fini- anche sul piano personale attraverso una lunga detenzione durante il regime fascista, ha fornito un contributo essenzaile per l'affermazione dei valori democratici che sono alla base della nostra Costituzione''.






Fini: chi fece la Resistenza stava dalla parte giusta
Il Fascismo fu una dittattura e la destra non può che darne un giudizio negativo. Il presidente della Camera Gianfranco Fini alla festa nazionale di "Azione giovani" a Roma, si esprime con nettezza e prende posizione alla luce delle polemiche suscitate dal ministro della Difesa Ignazio La Russa e dal sindaco di Roma Gianni Alemanno sulle leggi razziali e la Repubblica di Salò. «È doveroso dire che, se non è in discussione la buona fede, non si può equiparare chi stava da una parte e combatteva per una causa giusta di uguaglianza e libertá e chi, fatta salva la buona fede combatteva per la parte sbagliata». Il presidente della Camera non ha dubbi: «La destra deve ribadire in ogni circostanza questi concetti e riconoscersi in questi valoriche sono a pieno titolo antifascisti, proprio per superare il passato, non per archiviarlo, ma per costruire una memoria che consente al nostro popolo di andare avanti».
Il Fascismo fu una dittatura
Fini sottolinea che la vicenda del Fascismo deve essere colta come una pellicola nel suo complesso e non fotogramma per fotogramma: «Il giudizio non può che essere complessivo, non si possono dare giudizi parziali, partendo dalle affermazioni di quegli storici che dicono che il fascismo ha modernizzato l'Italia, oppure che ha fatto l'Inps o ancora che Mussolini nel 1938 a Monaco salvò la pace. Da parte della destra il giudizio complessivo deve essere negativo a partire dalla soppressione della libertà operata dal fascismo. Non possiamo negare la storia: il fascismo fu dittattura».In secondo luogo, secondo Fini, il fascismo negò un altro valore fondamentale: quello dell'uguaglianza, «accettando le ragioni della superiorità di razza, del razzismo biologico. Di qui l'infamia delle leggi razziali, questa aberrazione, questo male assoluto che sta nella negazione a priori del valore dell'uguaglianza. Negare alla radice il principio dell'uguaglianza non può che determinare il risultato finale di una tragedia. L'ultimo atto del film è poi stata la dichiarazione di guerra, che ha messo l'Italia in ginocchio, che ha determinato una catastrofe che i nostri padri e i nostri nonni non hanno dimenticato. L'Italia, sì, modernizzata nel 1945 era rasa al suolo. Questi dati sono fattuali, sono elementi di verità storica da cui non si può prescindere».
Le utopie e i passi avanti del '68 Passando alla contestazione studentesca di quarant'anni fa, Fini si è chiesto: «Fu tutto negativo? Non si può dire. Ma è sbagliato dire che il '68 rappresentò la stagione della libertà». Il leader di An ha ammesso che il '68 «ha tolto tante ragnatele, archiviato una stagione che sa tanto di muffa. Merito o colpa del 68? Non mi appassiona il discorso. Di certo fu negativo lo slogan "vietato vietare". Il '68 aveva fatto degenerare il valore della libertà in licenza, anarchia, assenza di regole. Fu una forma colossale per esprimere la propria imbecillità. Non c'è la libertà se non c'è una regola, se non c'è un'autorità. Dove ha fallito il '68? Nel pensare a un mondo utopico dove ci fosse la libertà senza il principio di autorità». In ogni caso, «ritrovato l'equilibrio, che nel '68 non c'era, la società qualche passo in avanti l'ha fatto».
13 settembre 2008






Fini il 16 ottobre al Ghetto65 anni fa la razzia degli ebrei
Il presidente della Camera Gianfranco Fini si recherà in visita alla comunità ebraica romana alle 17 del prossimo 16 ottobre, ricorrenza, 65 anni fa, della razzia degli ebrei del ghetto. Lo annuncia il presidente della comunità Riccardo Pacifici"A nessuno sfuggirà l'importanza di questa visita in un giorno luttuoso per gli ebrei romani ed italiani e per la storia della nostra nazione. La sensibilità del presidente - ha aggiunto Pacifici - è oggi più che mai importante. E' la conferma della grande attenzione di Fini alla storia della Shoah e al passato della comunità ebraica romana".




SCUOLA: FINI, CONDIVISIBILI I CORSI DI ITALIANO PER BIMBI IMMIGRATI
Roma, 16 ott. - (Adnkronos) - Decidere di istituire dei corsi per i bimbi figli di immigrati che non conoscono o hanno serie difficolta' con la lingua italiana, non e' un atto razzista ma, al contrario, favorisce la loro reale integrazione nel sistema scolastico. Il presidente della Camera Gianfranco Fini promuove la proposta della Lega nord votata in tal senso in Parlamento. "Se la mozione fosse stata scritta espressamente per costituire quelle che una volta erano chiamate classi differenziate, sarebbe intollerabile -spiega Fini, al termine della visita al Museo Ebraico presso la Sinagoga di Roma, rispondendo ai giornalisti-. Nella mozione, pero', questo non c'e' scritto. C'e' scritto invece che si puo' prendere in considerazione come ipotesi per quei bambini che non conoscono ancora la nostra lingua di istituire corsi che devono essere necessariamente brevi e transitori, per apprendere la lingua italiana e garantire quindi un successivo inserimento nella nostra scuola". Per Fini, "impostato cosi', si tratta non solo di un ragionamento condivisibile, ma di una decisione che favorisce l'integrazione, tutt'altro che xenofoba e razzista. Diverso sarebbe -osserva il presidente della Camera- se si ipotizzasse, in ragione di una diversita', l'appartenenza ad una classe piuttosto che ad un'altra. Del resto, chi ha almeno 50 anni ricorda ancora le classi differenziate ed erano sinceramente offensive per coloro che erano meno fortunati".










Fini in Israele "Il fascismofu parte del male assoluto"
Il leader di An al primo giorno di una visita storicaDura condanna del regime e di chi non si oppose"Nessuna giustificazione: un'infamia le leggi razziali" Nell'incontro con Sharon ribadisce "l'amicizia tra i due Paesi"






Fini: Non si può equiparare la Resistenza alla Repubblica di Salò
Non si può "equiparare chi stava da una parte e dall'altra" perché durante gli anni di fascismo e resistenza "c'era chi combatteva per una causa giusta, è chi, fatta salva la buona fede, combatteva per la parte sbagliata". Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini, ospite di 'Atreju 08'. "Il fascismo - ha affermato - abolì libertà fondamentali, fu dittatura". Poi ha aggiunto che non c'è "nulla di più infame che affermare che un uomo è superiore per razza" e le leggi razziali furono "un'infamia", una "aberrazione e il male assoluto".








Lo strappo di Fini: Almirante è razzista




Roma - Sono le parole con cui il presidente della Camera, presiedendo la seduta, risponde a un deputato del Partito democratico, Emanuele Fiano, che in Aula legge un articolo del futuro leader missino scritto nel 1942 su una rivista (La difesa della razza di Telesio Interlandi) che sosteneva le leggi antisemite. Fini risponde a Fiano: «Sono certamente vergognose la frasi che lei ha letto - osserva - che esprimono un sentimento razzista che albergava in tanti, troppi, esponenti che in quegli anni, dopo la guerra si collocavano a destra e in altri casi in altre formazione politiche». Dato anche il contesto Fini si ferma qui. Anche perché già sa che nel pomeriggio dovrà tornare a parlare dell’uomo che lo ha messo alla guida del Msi nella cerimonia ufficiale con cui la Camera presenta la raccolta dei suoi discorsi in tre volumi (compilata in occasione del ventennale della scomparsa).

martedì 21 ottobre 2008

Da Il Giornale


Non si capisce perchè predicatori del menga come Di Pietro riescano a prendere i voti...




Scorrendo le tante proprietà immobiliari, passate e presenti, di Antonio Di Pietro, il 4 agosto scoprimmo che l’ex pm aveva comprato un bell’appartamento nel centro di Bergamo a un prezzo scontatissimo dovuto alle «cartolarizzazioni» Inail. Intorno a quell’acquisto e ai rapporti che Tonino intratteneva con l’ente previdenziale proprietario di quell’immobile, il Giornale oggi ha trovato dell’altro: un iniziale interessamento di Tonino ad appoggiare proprio l’«Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro» nella battaglia contro la dismissione dell’immenso patrimonio immobiliare; quindi, la decisione di Tonino di comprarsi un immobile, giust’appunto dell’Inail, ricorrendo a oscuri escamotage; dopodiché, smentendo se stesso, la proposta choc di immettere nel mercato proprio il patrimonio degli istituti (Inail incluso) per far fronte al problema dell’emergenza-casa. Un agire schizofrenico, quello di Tonino. Sin dall’inizio. Da quando, per il tramite del co-fondatore dell’Idv, Mario Di Domenico, d’accordo con l’ufficio legislativo dell’Inail, Di Pietro stilò addirittura un disegno di legge (numero 3555, lui unico firmatario) finalizzato a sfruttare il patrimonio a favore degli stessi invalidi. Era talmente convinto di ciò, che con Di Domenico aveva perfino elaborato un libro («Revisione della rendita Inail», Ianua editore, costo 18mila lire,). Passò del tempo e il 22 settembre 2007, da ministro delle Infrastrutture, Di Pietro cambiò idea: all’università Luiss illustro l’elaborazione del suo «piano casa» spiegando che per risolvere l’emergenza abitativa bisognava destinare a terzi (non più solo agli invalidi) anche il patrimonio dell’Inail.
Ma torniamo alla compravendita. Nel luglio del 2004 Mario Di Domenico diffida l’«amico» Antonio Di Pietro e Silvana Mura (tesoriera dell’Idv) dal continuare a usare i fondi del partito «per fini diversi dalla comunione di scopo associativo». Ad agosto Di Pietro decide di servirsi di un prestanome per concorrere, senza apparire, all’acquisto dell’appartamento bergamasco di via Locatelli 29 (terzo piano, interno 12) che rientra fra quelli «cartolarizzati» dalla società Scip-Inail. A questa cartolarizzazione, dice la legge, non possono partecipare gli amministratori pubblici, quale era (al tempo dell’acquisto) Antonio Di Pietro, essendo già diventato parlamentare europeo, poi eletto alla Camera il 9-10 aprile 2006, diventando ministro il 18 maggio. Alla data dell’11 aprile (Di Pietro è deputato da un giorno) il perfezionamento dell’atto d’acquisto non aveva ancora terminato il suo iter di efficacia, dovendo seguire i tempi della «trascrizione» presso i pubblici registri immobiliari. Se il notaio incaricato dall’Inail avesse controllato i requisiti di «legittimazione delle parti» avrebbe scoperto che in quel momento Di Pietro era un pubblico amministratore dello Stato. Impossibilitato, dunque, ad acquistare l’immobile «cartolarizzato». Come se non bastasse, Antonio Di Pietro aveva partecipato all’asta restando nascosto, conferendo l’incarico a partecipare in nome e per suo conto a un certo Claudio Belotti, compagno della tesoriera del partito, Silvana Mura, nonché membro del Cda della società immobiliare An.to.cri, di cui Di Pietro è amministratore unico e la Mura membro del Cda. Per la cronaca in quest’appartamento Inail è transitata la stessa utenza telefonica in uso nell’immobile di via Taramelli precedentemente occupato dalla tesoreria dell’Idv, dunque da Silvana Mura. E ancora. La pubblicazione dell’asta-Inail avviene il 1° ottobre 2004. Il 10 novembre Belotti offre 204.085 euro, come cauzione ne deposita 20mila e rotti. La proposta, però, viene scartata dal Tar di Brescia (ordinanza 1884/2004) per irregolarità formali. L’appartamento va così alla Bergamo House Unipersonale srl, seconda aggiudicataria. Di Pietro, cioè Belotti, fa reclamo al Consiglio di Stato. All’udienza dell’11 gennaio 2005, però, non si presenta nessuno: né l’Inail né la Scip e nemmeno la Bergamo House. Persino l’Avvocatura dello Stato ritiene di non doversi costituire. Al giudice del reclamo non resta che accogliere la domanda di Belotti (cioè di Di Pietro) domanda che però - stando all’articolo 81 del codice di rito - andava rigettata qualora il giudice fosse stato informato che il vero compratore era un soggetto terzo con incarichi pubblici. L’articolo 1471 del codice civile è chiaro sul punto: «Non possono essere compratori, nemmeno all’asta pubblica, né direttamente né per interposta persona, gli amministratori dei beni dello Stato».
E ancora. Al momento di stipulare l’atto d’acquisto, il prestanome sparisce e compare finalmente Di Pietro con cinque assegni. Anche qui il notaio avrebbe dovuto rilevare che nel verbale di aggiudicazione risultava Belotti, il quale aveva costantemente reiterato il suo interesse personale all’acquisto agendo a nome proprio, e non per conto di Di Pietro, che ai sensi di legge non avrebbe nemmeno potuto farlo. In più, per attribuire la proprietà all’ex pm, il notaio avrebbe dovuto compiere due distinti atti (uno di aggiudicazione dell’immobile tra Scip-Inail e Belotti, un altro di compravendita tra Belotti e Di Pietro). Non l’ha fatto. Tonino ne ha pagato uno solo.

mercoledì 17 settembre 2008

ONORE A IADICICCO






Caro Onorevole Iadicicco
Chi le scrive è un suo coetaneo che ha militato nel Fdg e per un brevissimo periodo in Azione Giovani.
Le confesso che, non sopportando l’eccessivo rampantismo che respiravo in AG ed il tatticismo quasi democristiano di alcuni dirigenti giovanili, ho deciso di ritirarmi a vita privata per giunta calorosamente invogliato da chi mi reputava scomodo ed obsoleto.
Ho letto la sua lettera e non mi è parso vero che qualcuno avesse finalmente un sussulto di dignità in un Partito che, in nome della carriera del suo presunto leader, mostra evidenti segni di incoerenza, amoralità e vergogna per il prorprio passato.
Io non mi vergogno delle mie radici anche perchè è dai nostri vecchi che ho imparato il senso della comunità, la dignità di difendere ciò in cui credo e l’orgoglio di essere considerato dai benpensanti come una minoranza da ricacciare in un angolo perchè eroicamente non si fa annullare.
Leggendo la sua lettera mi è venuto in mente l’Almirante del “non rinnegare ma non restaurare” e mi sono domandato perchè mai, proprio noi che dovremmo tenere alti i vessilli di chi ci ha donato con il sacrificio ed a volte con la vita un patrimonio identitario così alto, dovremmo tradire noi stessi ed i nostri padri per un posto nel PPE.
Io non rinnego e non restauro ma difenderò finchè sarò in vita una esperienza politica come il Fascismo che, seppur non scevro da colpe gravi, rappresenta il momento più innovativo e socialmente alto per la nostra storia Patria.
La verità è che il Fascismo è caduto sotto i colpi di poteri più grandi di lui e che tali poteri hanno scritto la storia, hanno imposto valori ed hanno perseguitato chi voleva restituire verità alle vicende.
Alleanza Nazionale si trova oggi a dover pagare il conto del suo ingresso nel salotto buono e la disinvolta bramosia di certi vermi li spinge fino all’abiura.
Io non posso abbracciare l’antifascismo di Stato perchè non lo riconosco come un valore; farei un torto a chi prima di me, reputando di difendere la Patria nella RSI, si è immolato in guerra o è stato barbaramente trucidato nell’oblio degli storici che esaltano la resistenza ma omettono di parlare degli eccidi comunisti ai danni dei giovani repubblichini anche a Guerra finita.
Non posso accomodarmi al tavolo di chi, se da una parte professava la democraziia e la libertà, dall’altra parlava di arco costituzionale e di emarginazione arrivando a dire che uccidere un Fascista non è reato.
Non posso tradire il sacrificio di chi lottava tutti i giorni in periferia per tenere aperta una sezione del MSI rischiando in prima persona.
Non posso rinnegare la continuità con chi mi ha insegnato il valore della coerenza e del coraggio di sentirsi emarginati ma con onore.
Non posso stringere la mano dei resistenti antifascisti perchè è sporca del sangue dei giovani caduti del Fronte della Gioventù.
Ho il dovere morale di difendere una verità che la Repubblica Italiana non ha inteso raccontare e per questo auguro un buon viaggio agli antifascisti Matteoli, Fini & co nella speranza che il tempo sia galantuomo e smascheri le loro losche giravolte ideologiche premiando chi come noi ha scelto ancora una volta di stare dalla parte sbagliata.
Grazie per il suo coraggio

giovedì 14 febbraio 2008

GRAZIE FRANCESCO - LETTERA APERTA A FRANCESCO STORACE





Caro Francesco
Io non ti conosco ma ti volevo ringraziare come si fa con un amico di vecchia data perché hai dato dignità ed onore ad una destra che aveva smarrito la sua identità ed ogni traccia di orgoglio.
Per anni ci siamo dovuti quasi vergognare delle nostre radici, abbassare i toni, dire la metà di ciò che avremmo voluto, considerarci i fratelli poveri ed incolti di coloro che frequentano i salotti buoni e ci siamo trovati costretti ad abbracciare il moderatismo di alcuni perché così si fa.
Il tuo merito, e per questo ti ringrazio, è quello di aver svegliato la destra dal torpore e dall’autocondanna che si era inflitta e dall’autoghettizzazione delle proprie idee.
Devo dire che sono paradossalmente contento del mancato accordo con il PDL perché finalmente siamo più liberi di dire ciò che pensiamo con l’orgoglio della lealtà ai valori di sempre e con l’immoderazione che ci contraddistingue.
Non siamo degli estremisti ma finalmente smettiamo di partecipare al circo dei neodemocristiani che approcciano i problemi della gente in maniera moderata e non radicale , il che equivale a dire in maniera inefficace.
Penso di interpretare il pensiero di molti di noi se invio un immenso vaffanculo alle due facce della stessa medaglia: il PD ed il PDL.
Perdonami per la volgarità ma sappi che essa non è fine a se stessa ma è il frutto del rancore verso una politica che si contrappone sul nulla , parla del nulla, ha identiche inconsistenti soluzioni e sembra guidata da uno stesso burattinaio o grande occhio amico dei banchieri ed affamatore della povera gente.
Chiaramente sono pronto agli anatemi ed alle accuse di neofascismo che puntualmente piombano sul capo di chi non si adegua alle regole imposte dalla massoneria e dai potentati economici di cui i sedicenti politici sono dei meri esecutori .
Vorrà dire che ci assumeremo il rischio di eventuali ritorsioni da parte di chi ha letteralmente prostrato gli Italiani rendendoli imbelli ed assuefatti ai guasti cui la finta politica ha assoggettato la nostra mortificata Patria.
Se io assisto alla gente della mia generazione letteralmente annichilita e preoccupata dal futuro, non posso rimanere in silenzio.
Se io vedo i giovani ricattati dall’arma del precariato selvaggio ed oltretutto affamati da un capitale senza scrupoli, non posso tacere.
Se mi accorgo che siamo la prima generazione che sta peggio dei nostri padri vuol dire che qualcosa non funziona.
Se io vedo i genitori che si vergognano perché il carovita li ha resi incapaci di avere risorse per aiutare i figli mi devo ribellare.
Se gli anziani dopo una vita di lavoro sono condannati alla povertà ed all’indigenza, devo reagire.
Se nella mia Patria non si può parlare di signoraggio monetario mentre non ci sono risorse per assicurare un servizio sanitario e sociale degno di questo nome, capisco che è arrivata l’ora di rovesciare il tavolo.
Se la classe dirigente fa politica in modo macabro ed ipocrita sul problema casa mentre la nostra Gente affoga nei debiti, non posso non chiedermi perché il pallino rimane in mano agli immobiliaristi ed agli speculatori mentre lo Stato non entra nel mercato immobiliare calmierando i prezzi verso il basso.
Se la sicurezza diventa uno slogan buono da tirare fuori solo quando muore la Signora Reggiani a Tor di Quinto io mi indigno.
So benissimo che sono problemi che ti stanno a cuore e mi rendo conto che se tu non fossi stato un galantuomo saresti potuto rimanere dov’eri a fare il politico a vita.
Ti ringrazio perché mi hai dato la speranza che la politica possa cambiare e che quei valori che, da mio nonno in poi , la mia famiglia ha difeso subendo discriminazioni, sono ancora veri ed attuali.
Grazie per avermi dato l’entusiasmo per difendere posizioni scomode .
Xxxx Xxxxxxxxx (alias Geronimo)

venerdì 25 gennaio 2008

ADDIO INCAPACI !!!




Mentre Padoa Schioppa sonnecchia al Senato, finalmente gli Italiani si liberano del peggior Governo della Storia repubblicana.
Mi passano in mente le immagini di questa sgangherata coalizione il cui epilogo ( sputi, aggressioni e compravendite di senatori) è esemplificativo di un malgoverno durato fin troppo.
Non posso non ricordare che questo è il Governo più inquisito degli ultimi Anni ( Prodi, Visco, D’Alema, Verzaschi, Mastella ecc) e mi vien da ridere se solo penso al fango gettato sulla presunta situazione giudiziaria del precedente Esecutivo.
In questo momento di amarcord non posso non citare le porcate di Visco ai danni della GDF che indagava su Unipol, le intercettazioni di Fassino e D’alema che evidentemente non hanno la stessa dignità penale di quelle fatte ai danni di Sandra Lonardo, la tirannia fiscale di Padoa Schioppa, l’ambiguità dei ministri sinistri che scendevano in piazza con chi contestava il Governo onde poi essere IL GOVERNO.
Una buffonata governativa durata anche troppo il cui epilogo non ha come padri Mastella e Dini ma Veltroni.
E’ chiaro che se L’Udeur concede al Governo un appoggio esterno e contestualmente il Sindaco di Roma dice di volersi presentare da solo alle elezioni e finge di inciuciare con Berlusconi, tale mossa è volta a creare tensioni nella maggioranza e far cadere il Governo.
Dal canto suo, Prodi, per rendersi insostituibile, ha bisogno di una sfiducia ufficiale in Senato atta a certificare che in Parlamento L’unione non esiste più.
Prodi ha avvelenato i pozzi prima di andare via rendendo impraticabile la possibilità di fare un nuovo Esecutivo di Centrosinistra e tarpando le ali alle mire veltroniane di sostituirlo.
Una considerazione personale mi sia concessa sul Ministro Nicolais, affamatore degli Istituti dipendenti dal suo Ministero e personaggio inconsistente di cui non si sentirà certo la mancanza.
Non si capisce come mai il mercimonio fatto da Prodi ( la tratta dei senatori dissidenti con posti di lavoro ed incarichi vari) non abbia lo stesso rilievo penale di quello di Berlusconi ma questo è il solito discorso della crisi di giustizia di questo strano Paese.In definitiva finalmente questa banda di incapaci ha tolto il disturbo insieme ai suoi nani, ballerine, amici dei viados e transgender.

martedì 22 gennaio 2008

LA SAPIENZA: IL PEGGIORE ATENEO D'ITALIA



Premetto che la Sapienza è un parcheggio per cattedratici fannulloni e per studenti alternativi
A La Sapienza di scientifico e serio non c'è nulla, la formazione degli studenti è pessima ed i baroni tutto fanno tranne che scienza e ricerca.
In questo squinternato Ateneo vanno a parlare cani e porci senza che nessuno si indigni mentre proprio adesso che ad inaugurare l’Anno Accademico viene chiamato Ratzinger, quegli studenti che si ciondolano nei prati all'insegna del fancazzismo, hanno scoperto la scenza ( scritta senza I come lo striscione di uno di loro nel giorno della contestazione) e la vogliono difendere.
Alcuni dei 67 cattedratici promotori della infelice iniziativa, sono in pensione ed io mi domando come sia possibile che un impiegato pubblico quando va in pensione debba abbandonare gli uffici mentre i professori in pensione non si sbullonano dalla sedia utilizzando senza averne diritto le strutture universitarie.
Gli altri cattedratici farebbero meglio a preoccuparsi della formazione di quei somari degli studenti ( e le statistiche parlano chiaro) o a fare un pò di ricerca se ne sono capaci ( ma dubito).
La prima Università di Roma si scopre solo ora innamorata della ricerca mentre fino ad oggi non ha svolto altra attività se non quella baronale di piazzare figli ed amici nei posti di potere trasformando questa antica Istituzione in un tabacchino che si tramanda di padre in figlio.
Ultima cosa: se (giustamente) non si riconosce il Papa come autorità religiosa, lo si accolga con la buona creanza che si riserva ad un Presidente Estero che è stato professore Universitario, ha scritto libri ed è un pensatore universalmente stimato indipendentemente dal fatto che uno possa concordare con lui.Chi ha fatto sta boiata ha avvicinato la gente alla chiesa perchè il cittadino comune ha capito che i sedicenti laici e cattedratici non fanno giuste rivendicazioni sui diritti civili ma fanno politica in modo macabro oltre che incivile, violento ed illiberale… alla faccia della laicità e della tolleranza !!!

lunedì 21 gennaio 2008

QUAL E’ LA VERA MONNEZZA ?




Veramente disgustoso lo spettacolo cui si assiste in questi giorni:
mentre in Campania si è alle prese con un’emergenza rifiuti che non ha precedenti e padri ignoti, nel frattempo i solerti magistrati partenopei pensano bene di indagare sulla famiglia Mastella e sul solito Berlusconi.
Purtroppo, e so che non dovrei, mi stupisco ancora per la merda che vedo in giro e non riesco davvero a capire come il popolo bue riesca ad ingoiarla così allegramente.
Non capisco come faccia la massaia ad identificare la corruzione con Mastella che si interessa di nomine o Berlusconi che raccomanda l’attricetta, facendosi convincere da una propaganda che ha confezionato questo pacchettino di sterco pronto per il palato della gente comune che se ne ciba beatamente.
Ritengo opportuno fare un po’ di ordine nei fatti:
Negli anni novanta, l’ultimo Presidente della Regione Campania degno di questo nome (Rastrelli), fece approvare dal Consiglio Regionale un piano di emergenza sulla gestione dei rifiuti capace di dotare la Regione di un ciclo integrato e di cinque termovalorizzatori pronti a venire incontro alle esigenze del territorio.
Dopo tale parentesi amministrativa, i cittadini campani pensarono bene di incoronare Orrè Antonio Bassolino da Afragola affidandogli poteri e consensi di cui non gode nemmeno S. Gennaro.
Tale losco figuro pensò bene di utilizzare i poteri straordinari conferitigli ed i cospicui fondi assegnatigli con l’unico fine di creare consorzi, enti ed agenzie regionali in grado di fare clientela trasformando i rifiuti in un business per se e per i suoi sodali senza movimentarne nemmeno un grammo.
Bisogna ammettere che Orrè non ha fatto né più e né meno di ciò che il suo Popolo osannante gli domandava e cioè creare carrozzoni in grado di dare il posto fisso possibilmente senza fare un cazzo.
Ecco perché io penso che il vero spettacolo desolante sia quello dei cittadini che se ne sono fottuti dell’ambiente… abbasta che ci sta o posto !!!.
Certo che la Campania è piena anche di gente perbene che magari avrebbe dovuto alzare la voce e denunciare la “pizza connection” della monnezza.
Ma di fronte ad un disservizio simile che ti combina la fantastica magistratura napoletana?
Forse cerca di capire dove sono finiti i finanziamenti straordinari che tutti i Governi degli ultimi 15 anni hanno destinato alla Campania?
Non se ne parla nemmeno… poi la mondezza puzza pure per cui meglio indagare su Berlusconi per il reato mostruoso di aver segnalato delle attricette e per aver promesso un ruolo da protagonista ad un senatore dell’Unione nel caso fosse passato con la CDL.
Pare che le signorine in questione fossero molto gradite ad alcuni senatori della sinistra , ragion per cui, nella segnalazione di Berlusconi si ravvisa un chiaro tentativo di corruzione verso tali esponenti politici.
Io veramente mi sforzo ma non capisco dove sia il rilievo penale in questa storia delle sciampiste né tantomeno cosa ci sia di scandaloso nella naturale dialettica parlamentare in base alla quale, se due esponenti si accordano, evidentemente c’è un tornaconto politico da entrambe le parti.
La Margherita non ha forse accolto Fisichella con la promessa di ricandidarlo ?
E Follini non è oggi un senatore del Pd eletto con i voti del centrodestra cui il Governo ha sistemato la moglie e conferito un incarico di rilievo nel Partito Democratico?
Dini e Mastella non furono risarciti nel ’96 per aver cambiato schieramento?
Non mi pare di aver visto indagini su tali argomenti e non ne auspico .
Devo dire che anche le indagini sull’Udeur hanno veramente elementi grotteschi.
Mentre Pecoraro Scanio parcheggia tutti i suoi amici negli Enti dipendenti dal suo Ministero anche se non hanno lo skill adatto , ci si vorrebbe far credere che le telefonate in cui autorevoli esponenti del partito di Mastella discutono su nomine che spettano alla politica, siano penalmente rilevanti.
E cosa c’è di strano se un Partito fa valere il suo peso elettorale chiedendo di essere rappresentato e visibile all’interno di Istituzioni nelle quali si viene designati dalla politica?
Ma allora tutte le nomine fatte negli ultimi 50 anni sono un reato?
Alle regioni compete la nomina e la revoca dei direttori generali delle Asl per cui è lapalissiano che i Partiti di una maggioranza, di qualsiasi colore essa sia, si incontrino e si scontrino per contrattare tali nomine.
Che Mastella si incazzi a morte con Bassolino per promesse disattese o tranelli allo Iacp mi pare una cosa normale oltre che pratica largamente diffusa e se non fosse così mi dovrebbero venire a dire che anche l’esponente Ds designato allo Iacp al posto dell’udeurrino rombato è un fatto penalmente rilevante.
Se poi per salvare la faccia ad un Bassolino in difficoltà ci si inventa la frescaccia del Governatore poverocristo vessato dal Mastellone malavitoso allora mi convinco sempre di più che l’azione penale è arbitraria e può essere usata contro un Guardasigilli qualsiasi che vuole riformare una magistratura malata intaccando il potentato della casta togata.
Voglio escludere che il Giudice Maffei ( parente del Presidente della Provincia di Caserta notoriamente ex amico di Mastella) abbia architettato tutto perché altrimenti bisognerebbe mettersi le mani nei capelli…
Ma allora non capisco che senso abbiano i domiciliari a Sandra Lonardo Mastella nel Paese delle pressioni di Visco sui vertici della Guardia di Finanza che indagava su Unipol, nel Paese dell’ “ abbiamo una banca e… facci sognare !!!” e delle relazioni pericolose di Bassolino.Mentre Maffei arresta praticamente L’UEDEUR per quattro cazzate, chi ha provato ad indagare su Unipol è stata presa per pazza e sottoposta a provvedimento disciplinare dal CSM.

venerdì 4 gennaio 2008

E' UN BLUFF


In una lettera al Corriere della Sera il senatore Dini chiede al Governo di azzerare il programma dell’Unione per poi seguire i sette punti che i Liberaldemocratici indicano a Prodi : la prima richiesta è una drastica riduzione della spesa pubblica, a partire dall'uscita anticipata di almeno il 5% dei lavoratori pubblici. La seconda richiesta riguarda la riduzione dei costi della politica, a partire dall'abolizione delle province. La terza richiesta mira alla riduzione del carico fiscale, utilizzando l'intero risultato della lotta all'evasione. Dini inoltre chiede una drastica revisione dei programmi per il periodo 2007-2013 concentrando le risorse su ferrovie, strade, porti e aeroporti, con l'unico obiettivo di portare il Sud a una qualità di trasporti nella media europea.La quinta richiesta di Dini concerne la realizzazione di un sistema nazionale di valutazione dei risultati scolastici, per legare ogni incremento reale delle retribuzioni degli insegnanti al livello e alla dinamica della preparazione scolastica degli allievi. La sesta richiesta si riferisce alla magistratura: la riduzione da 45 a 15 giorni della sospensione feriale dei termini processuali, e la previsione che i giudici facciano come tutti gli altri lavoratori le loro vacanze a turno. Infine il leader dei liberaldemocratici chiede il ridimensionamento della presenza della politica nella sanità: la politica fornisca regole e risorse, scelga ministri, sottosegretari e assessori, ma non i direttori generali e i primari.
Ammetto che a prima vista possono sembrare proposte di buon senso ma in realtà nascondono perversioni politiche veramente notevoli.
Se prendiamo ad esempio la prima proposta del rospo, noteremo che è di un’ovvietà talmente spaventosa e di un buon senso talmente lampante da indurre tutti i componenti dell’Esecutivo e dell’intero Parlamento ad essere pienamente concordi con tale affermazione.
Tradotto in parole povere, Dini non vuole rompere con il centrosinistra ed usa la stessa tattica che usava Follini con Berlusconi.
Ricordate la discontinuità Folliniana? Nei fatti non significava un tubo ma la si usava per ricattare il Governo r finire in prima pagina.
Anche la seconda proposta mi pare fatta a posta per avere una risposta positiva ma interlocutoria.
Mi pare solo il caso di ricordare a Dini che l’eventuale ( sacrosanta) abolizione delle Province non comporterebbe una grandissima riduzione della spesa pubblica.
Recentemente la Corte dei Conti ha ricordato che l’impatto sul bilancio dello Stato di una eventuale abolizione delle Province ( peraltro previste dalla Costituzione e quindi cancellabili con una lunga procedura di revisione della Costituzione) sarebbe di 15 miliardi di euro che è grossomodo la cifra che gli Enti Pubblici sprecano nelle più facilmente evitabili consulenze.
La terza e la quarta proposta del Liberaldemocratico sono in totale contraddizione con le sue recentissime analisi sulla Finanziaria 2008.
Dini ha recentemente affermato che la spesa Pubblica in Italia è fuori controllo e che a brevissimo ci troveremo con un buco nel Bilancio dello Stato che ci metterà fuori dai parametri Europei.
Quindi sarebbe stata cosa buona e giusta destinare i tesoretti alla riduzione del debito Pubblico.
Come si fa adesso a dire che il tesoretto va usato per la riduzione del carico fiscale e per le infrastrutture? Ma anche : come si può dir di no a chi ti propone una riduzione del carico fiscale ed una accelerazione sull’ammodernamento dell’Italia?
Sulla quinta, sesta e settima proposta mi sembra di sentir parlare Beppe Grillo da me già definito populista e sfascista.
Si fa presto a dire che le ferie sono uguali per tutti e che la politica deve rimanere fuori dalle nomine nelle Asl.
Dini però, al contrario di Grillo, è un politico e deve fornire soluzioni e non solo elencare problemi.
La morale della favola è che Dini sta bruciando quel minimo di credibilità che aveva dimostrandosi persona poco seria.
Che senso ha criticare aspramente la Finanziaria e poi votarla nonostante tutte le tue critiche vengano ignorate?
Che senso ha dire che sulla vicenda Speciale e Petroni il Governo ha commesso errori gravissimi quando dall’altro lato si afferma di voler votare no alla mozione di sfiducia della CDL contro Padoa Schioppa?
Che senso ha dire che con i comunisti non si può governare e che questo esecutivo deve andare a casa perchè dannoso e poi tenerlo in vita?
Da bravo Banchiere il Sen Dini sta facendo lo strozzino del Governo minacciando crisi che non porrà mai in essere… lo spettacolo peggiore che la politica Italiana possa offire.