mercoledì 17 settembre 2008

ONORE A IADICICCO






Caro Onorevole Iadicicco
Chi le scrive è un suo coetaneo che ha militato nel Fdg e per un brevissimo periodo in Azione Giovani.
Le confesso che, non sopportando l’eccessivo rampantismo che respiravo in AG ed il tatticismo quasi democristiano di alcuni dirigenti giovanili, ho deciso di ritirarmi a vita privata per giunta calorosamente invogliato da chi mi reputava scomodo ed obsoleto.
Ho letto la sua lettera e non mi è parso vero che qualcuno avesse finalmente un sussulto di dignità in un Partito che, in nome della carriera del suo presunto leader, mostra evidenti segni di incoerenza, amoralità e vergogna per il prorprio passato.
Io non mi vergogno delle mie radici anche perchè è dai nostri vecchi che ho imparato il senso della comunità, la dignità di difendere ciò in cui credo e l’orgoglio di essere considerato dai benpensanti come una minoranza da ricacciare in un angolo perchè eroicamente non si fa annullare.
Leggendo la sua lettera mi è venuto in mente l’Almirante del “non rinnegare ma non restaurare” e mi sono domandato perchè mai, proprio noi che dovremmo tenere alti i vessilli di chi ci ha donato con il sacrificio ed a volte con la vita un patrimonio identitario così alto, dovremmo tradire noi stessi ed i nostri padri per un posto nel PPE.
Io non rinnego e non restauro ma difenderò finchè sarò in vita una esperienza politica come il Fascismo che, seppur non scevro da colpe gravi, rappresenta il momento più innovativo e socialmente alto per la nostra storia Patria.
La verità è che il Fascismo è caduto sotto i colpi di poteri più grandi di lui e che tali poteri hanno scritto la storia, hanno imposto valori ed hanno perseguitato chi voleva restituire verità alle vicende.
Alleanza Nazionale si trova oggi a dover pagare il conto del suo ingresso nel salotto buono e la disinvolta bramosia di certi vermi li spinge fino all’abiura.
Io non posso abbracciare l’antifascismo di Stato perchè non lo riconosco come un valore; farei un torto a chi prima di me, reputando di difendere la Patria nella RSI, si è immolato in guerra o è stato barbaramente trucidato nell’oblio degli storici che esaltano la resistenza ma omettono di parlare degli eccidi comunisti ai danni dei giovani repubblichini anche a Guerra finita.
Non posso accomodarmi al tavolo di chi, se da una parte professava la democraziia e la libertà, dall’altra parlava di arco costituzionale e di emarginazione arrivando a dire che uccidere un Fascista non è reato.
Non posso tradire il sacrificio di chi lottava tutti i giorni in periferia per tenere aperta una sezione del MSI rischiando in prima persona.
Non posso rinnegare la continuità con chi mi ha insegnato il valore della coerenza e del coraggio di sentirsi emarginati ma con onore.
Non posso stringere la mano dei resistenti antifascisti perchè è sporca del sangue dei giovani caduti del Fronte della Gioventù.
Ho il dovere morale di difendere una verità che la Repubblica Italiana non ha inteso raccontare e per questo auguro un buon viaggio agli antifascisti Matteoli, Fini & co nella speranza che il tempo sia galantuomo e smascheri le loro losche giravolte ideologiche premiando chi come noi ha scelto ancora una volta di stare dalla parte sbagliata.
Grazie per il suo coraggio