giovedì 27 settembre 2007

GRILLO, L'ANTIPOLITICA E MASTELLA

Personalmente diffido dei telepredicatori e dei disfattisti che fanculizzano tutto e tutti fornendo come alternativa il nulla.
Quando vedo uno con condanne penali che si scaglia contro i pregiudicati in Parlamento o un giornalista che parla di una casta cui lui non deve essere proprio estraneo per aver fatto cotanta carriera, mi rendo conto che ci troviamo nuovamente in quella situazione falsamente inquisitoria che ha prodotto quella barbarie chiamata Tangentopoli.
La definisco una barbarie perché, come scrive Carlo Giovanardi nel suo bellissimo libro "Storie di straordinaria ingiustizia, arrestati, infangati e prosciolti", l’80 % dei politici del pentapartito (Dc-Psi-Psdi-Pri-Pli e guarda caso non del Pci) incappati nel ciclone di Mani Pulite, sono stati assolti dopo essere stati distrutti dal punto di vista morale, familiare e politico.
Quando si crea un clima di questo genere, non c’è mai la serenità per fare una seria analisi delle criticità ma si finisce quasi sempre per instaurare la legge del taglione e la dittatura di chi urla e fanculizza di più.
Intendiamoci, non mi sognerei mai di proclamare il dogma della verginità della politica ma mi rendo conto che i privilegi degli Onorevoli ci sono sempre stati ( e per una sorta di deferente rispetto per le Istituzioni Patrie di cui dovrebbero essere degni rappresentanti li giudico in parte giusti) ma oggi vengono mal sopportati per l’immobile, truffaldina e spocchiosa incompetenza che questi dimostrano nel fingere di interessarsi ai problemi della gente.
Il vero problema è l’assenza della Politica vera e non le velleità golpiste di certi saltimbanchi.
I nostri politici sono superficiali ed incapaci di analizzare a fondo i problemi del Paese, di elaborare risposte adeguate, di andare oltre la battutina ad effetto o lo slogan recitato in tv con l’espressività dello scolaretto che dice la poesia.
Pensano che la politica consista nell’andare da Vespa o da Mentana a fingere di inalberarsi per le affermazioni del contendente cercando di coprire con urla alla Platinette il già povero ragionamento dell’avversario … in poche parole non sanno come si fa girare la macchina dello Stato e cercano di sopperire con il presenzialismo e la logorrea comunicativa.
Il giochetto, essendo tale, dopo un po’ finisce e se non ci sono contenuti politici la gente si stanca della Politica fatta a Buona Domenica e reclama risposte.
Ma perché la politica non fornisce soluzioni?
Ci sarebbero una moltitudine di cause a spiegare tale situazione.
Probabilmente Tangentopoli ha sancito la scomparsa prematura di una classe politica che non ha avuto il tempo di selezionarne una nuova facendo piazza pulita di gente che, tra mille difetti, aveva il pregio di conoscere bene il funzionamento delle leve da utilizzare per avviare la macchina dello Stato.
Sicuramente il Pentapartito ha avuto la grave colpa di accumulare un debito pubblico che rende ingestibile il nostro Paese ma è inaccettabile che l’Italia pretenda risposte da Pallaro, Cosimo Mele, Turigliatto, Schifani, Pecoraro Scanio (Conveniunt rebus nomina saepe suis che tradotto in italiano: Spesso i nomi sono adatti alle cose cui appartengono), Santagata, Rutelli o Calderoli.
Un’altra causa risiede nel fatto che ormai la politica non si rivolge più alla gente nella ricerca del consenso ma cerca apparentamenti con lobbies in grado di coagulare consensi e contributi economici divenendone schiava… ed in questo anche noi cittadini ci lasciamo strumentalizzare da centri di potere nella speranza di ottenere qualcosa in cambio non comportandoci meglio dei politici che definiamo corrotti..
In uno scenario in cui c’è la totale assenza di valori sia tra gli elettori che tra gli eletti si inseriscono a mò di sciacalli i paladini dell’antipolitica che al grido costruttivo ed edificante di andatetuttiaffanculo non favoriscono un’analisi attenta e costruttiva ma tirano fuori la parte più becera e forcaiola che risiede nell’ animo di ognuno di noi.
Sia ben chiaro che anche Grillo ha la sua buona dose di ragioni ed infatti molte delle cose che dice sono largamente condivisibili ( gli sprechi, il malaffare, l’incapacità della classe dirigente).
Certo nella foga retorica e forcaiola dice anche cose meno condivisibili tra cui mi piace ricordare il doppio mandato e l’ineleggibilità dei pregiudicati.
Sono contrario al doppio mandato perché se ci fosse un turnover ogni dieci anni ci troveremmo quotidianamente ad affidare le nostre sorti ai neofiti della politica mentre sarebbe opportuno che tale compito fosse affidato a chi ci capisce; non amo questo nuovismo stupidino.
Avremmo mai conosciuto le capacità di De Gasperi, Almirante, Berlinguer, Remo Gaspari, Andreotti, Spadolini ecc se fossero stati mandati a casa dopo due mandati?
Sull’ineleggibilità dei pregiudicati, rivendico ( da incensurato) il diritto dei cittadini di scegliersi i rappresentanti indipendentemente dalle condanne.
Poi la vedo una cosa pericolosa perché, con i tempi che corrono, l’arma giudiziaria potrebbe essere usata per eliminare l’avversario politico.
E poi dove sono le alternative allo stato attuale delle cose che questi paladini dell’antipolitica propongono? Mi pare che facciano solo tanta demagogia-
Un’ultima parola la voglio dire su quello che oggi appare come il capro espiatorio della casta: Clemente Mastella.
Personalmente mi è simpatico, mi sembra il più ragionevole nell’attuale maggioranza ma a mio avviso si è fatto inspiegabilmente strumentalizzare dai suoi alleati.
In un Paese in cui Lidia Menapace vuole abolire le Frecce Tricolore e poi usa voli militari per spostarsi da Roma a Lecce, in un Paese in cui Bertinotti pensa di aver moralizzato il Palazzo portando il costo del barbiere della Camera dei Deputati da 8 a 15 euro, in un Paese in cui Follini incassa i voti a destra e li porta a sinistra, in un Paese in cui i leaders conservatori parlano della famiglia e sono tutti divorziati, nel Pese del dalemiano “ dai Consorte facci sognare” e del Fassiniano “ abbiamo una banca?”, ma quali volete siano le particolari colpe del Sindaco di Ceppaloni?
Gramsci teorizzava di occupare le casematte del potere al fine di ottenere un consenso forte e duraturo.
Peccato che l’attuale sinistra, non essendo all’altezza dei comunisti di un tempo, ha perso il totale controllo dei saltimbanchi e musici foraggiati per anni i quali hanno pensato bene di mettersi in proprio e di farsi largo anche a danno dei propri mecenati.
La casta dei giornalisti invece, per ovvie ragion di stipendio, è rimasta fedele alla parte politica da cui bene o male dipende.
Siccome anche i buffoni hanno un’etica, i vari Grillo e Guzzanti, non se la sono proprio sentita di risparmiare frecciate all’attuale maggioranza che vive tale attacco come un dramma in quanto non abituata a campagne medianiche i denigratorie.
Capisco anche che quando per anni ti presenti come chi incarna la parte eticamente e geneticamente migliore dell’Italia non deve essere facile riscoprirti dipinto a fare affari come un volgare appartenente alla CDL e ad amministrare la Cosa Pubblica come Cuffaro qualsiasi.
Però devi anche capire che chi oggi ti attacca dipingendoti in quel modo, è un prodotto disorientato ed imbufalito del superomismo che tu hai predicato per anni… è un mostro che hai creato tu dirigente della sinistra.
Allora qual è il modo migliore per evitare che questo fiume di … detriti.. ti sommerga?
Massìììì facciamo dire ai nostri sodali giornalisti che è tutta colpa di quel porco di Mastella!!!
E allora chissenefrega se l’indulto lo ha votato l’82% dei Parlamentari: è colpa di Mastella.
Chissenefrega se in affittopoli ed in svendopoli sono coinvolti tutti: è Mastella che ha arraffato gli appartamenti.
Chissenefrega se sul famosissimo aereo di Stato c’erano Mastella e figlio, Rutelli e famiglia, Lusetti e famiglia: è il solito Mastella.
Chissenefrega se le mogli di molti politici hanno posti nel palazzo: è la Signora Mastella il vero scandalo!!!
L’unico dubbio che mi attanaglia è il seguente: ma perchè Mastella (che non è certo nato ieri) non si sottrae a questo abbraccio mortale?
Ma davvero un Ministero vale l’annientamento politico?

martedì 25 settembre 2007

L’IMPOSTA DI SCOPO: UN SISTEMA INTELLIGENTE DI TASSAZIONE DELLE RENDITE FINANZIARIE

Mi pare che l'argomento più attuale nell'agenda politica di oggi sia quello della tassazione delle rendite.
Noto con dispiacere che le varie compagini politiche si schierano a favore o contro tale proposta in maniera aprioristica e senza sapere bene il motivo per il quale dicono si o no ad un simile disegno politico.
Noi che siamo un pò più sensati dei politicanti bravi solo a parlare per slogan di ciò che non sanno, ci permettiao sommessamente di contribuire in maniera ( si spera) propositiva a tale dibattito, pur sapendo che, oltre a chiacchierare su eventuali provvedimenti da adottare , questo Governo non ha la forza e le competenze per fare altro.

Partiamo da una premessa: l’affanno principale di tutti i Governi succedutisi in Italia è quello di reperire risorse da destinare a ricerca e sviluppo ed alla riduzione del costo del lavoro.
Ciò al fine di far ripartire un tessuto imprenditoriale poco competitivo perché carente di investimenti nei settori nevralgici.
Un altro paradosso tutto italiano consiste nel fatto che gli operatori del mercato impegnati nella produzione di beni e servizi sono sottoposti ad una serie di controlli e di gabelle interminabili, mentre i cosiddetti finanzieri o speculatori finanziari, pur non producendo alcun beneficio sociale (incremento occupazionale, beni, servizi, innovazione, progresso, ricchezza diffusa, ecc…) godono di un sistema impositivo assolutamente di favore.
Sarebbe opportuno armonizzare il sistema di tassazione applicato ai mercati finanziari con quello industriale; drenare in sostanza risorse ottenute attraverso plusvalenze da speculazioni destinandole, a mò di imposta di scopo, ai settori produttivi dell’economia (le imprese) sotto forma di contributi all’innovazione di prodotto e di processo ed alla riduzione del costo del lavoro.
Ciò anche per una questione di equità fiscale: da quando i capitali sono diventati estremamente volatili, non è praticamente più possibile tassarli a livello nazionale, e di conseguenza gli Stati, per forza di cose, si sono messi a tassare soprattutto il lavoro e i consumi. Il capitale è, in questo momento, sotto-tassato, cosa che non solamente è ingiusta, ma crea anche distorsioni economiche a pregiudizio del lavoro.
Nel nostro Paese, i redditi delle attività finanziarie sono tassati con aliquote diverse: 12,5% e 27%. Questa differenziazione di aliquote non e' giustificata, né sotto il profilo dell'equita', né sotto quello della neutralita' del prelievo.
La necessità di arrivare armonizzare il sistema di tassazione e' condivisa sia dal centrodestra sia dal centrosinistra.
Da ciò si evince che è urgentissimo iniziare un dibattito su forme di tassazione delle transazioni finanziarie a livello europeo e nazionale.
Questa urgenza del doppio livello di dibattito è condizionata dal fatto che, data la libera circolazione dei capitali, una tassazione solo nazionale avrebbe l’unico effetto di spingere all’estero ingenti somme di denaro, sottratte così ad un regime fiscale penalizzante.
E’ per questo che sarebbe necessario riprendere ad interrogarsi sull’opportunità di istituire la Tobin Tax (di seguito TT) in Italia ed in Europa, confidando nel fatto che anche in Commissione Europea il dibattito è in forma avanzata così come in alcune nazioni del vecchio continente.
Nel 1972 il premio Nobel (1981) per l'economia, James Tobin propose l'imposizione di una piccola imposta sulle transazioni valutarie, i cui obiettivi erano quelli di promuovere l'efficacia delle politiche macroeconomiche e di ridurre la speculazione. La Tobin Tax (come è stata in seguito definita) è una misura che può essere considerata come un primo, ma importante passo verso una riforma globale del sistema finanziario internazionale. Si tratta di un prelievo limitato, pari allo 0,1-0,5% da applicare a tutte le transazioni effettuate sui mercati finanziari.
Vediamo come funziona la TT:- Gli speculatori finanziari operano transazioni internazionali per oltre 4 milioni di miliardi di dollari al giorno. Il mercato è ampio e imprevedibile.- Ogni transazione verrebbe tassata da 0,1 a 0,25 % del volume di affari.- Questo scoraggerebbe le transazioni a corto termine, che sono per il 90% di speculazione, ma lascerebbe intatti gli investimenti a lungo termine.E' chiaro che l’aspetto fondamentale di un simile provvedimento, sta nel rendere sconvenienti gli investimenti speculativi (in genere assimilabili a raid di breve periodo sui mercati), contribuendo a disincentivarli.
Il gettito derivante da tale provvedimento potrebbe essere raccolto dagli Stati nazionali che ne tratterrebbero fino all’80% per attività nazionali (servizi sociali, programmi per l’occupazione, riduzione del cuneo fiscale, Ricerca e Sviluppo), destinando poi il restante 20% per attività di interesse europeo (cooperazione, politiche europee di sicurezza, tutela dell’ambiente, contrasto all’immigrazione, ecc…).
Una delle obiezioni che viene mossa all'introduzione della TT in una sola nazione è il fatto che la sua efficacia si dimostra solo nel momento in cui è introdotta in contesti economici ampi, anche se, rispondono i sostenitori, l'aliquota è talmente bassa da non penalizzare il paese che l'adotta, spingendolo invece a stimolare accordi con altre nazioni.
La TT è anche un poderoso strumento per la stabilità monetaria specialmente in questa fase di allargamento dell'UE. Il commercio della moneta è notoriamente il più ricco mercato del mondo. L'acquisto e vendita di valute come la sterlina, l'euro ed il franco svizzero è valutato in miliardi al giorno e ben si presta ad operazioni speculative. Ciò è nocivo per i sistemi economici, poiché i tassi di cambio determinano: il tasso di crescita, il prezzo pagato per le importazioni, gli investimenti stranieri ed il costo dei prestiti internazionali.
La volatilità in questo mercato, provocata dalle speculazioni valutarie, rappresenta, quindi, una minaccia per la stabilità economica.
La TT è tecnicamente fattibile: il mercato dei titoli è elettronico. Nel momento in cui una transazione speculativa è definita, la tassa può essere percepita automaticamente dalla rete attraverso cui ha luogo l'affare, ed il gettito pagato alle casse degli stati in cui tali transazioni avvengono. La TT può dunque essere applicata a costi bassi. Del resto, esiste già un precedente di tassa transnazionale europea ed è l'IVA - Imposta sul Valore Aggiunto.
Un altro importante vantaggio dell'introduzione della TT al livello di Unione Europea è il miglioramento dell'attuale sistema finanziario comunitario ora aperto e frammentato, verso un sistema unificato in grado di gestire, controllare e tassare gli scambi sui mercati in maniera uniforme. Sarebbe di grande utilità per la lotta contro il riciclaggio del denaro sporco ed il finanziamento al terrorismo.
Da un punto di vista teorico già Keynes aveva individuato una dicotomia tra l’economia reale e le interferenze speculative nella determinazione dei prezzi delle attività finanziarie, e ha rilevato l’esigenza di tenere sotto controllo le seconde.
Anche l’Italia ha già sperimentato degli interventi da parte delle autorità monetarie a difesa della lira.
Il Governatore della Banca d’Italia, Paolo Baffi, riuscì a far cessare la speculazione contro la lira e a ridurre l’inflazione sotto le due cifre decimali, proibendo le operazioni a termine contro la nostra valuta di durata inferiore ai sette giorni
Nell’attuazione della TT occorre prestare attenzione a due aspetti:
- se l’obiettivo è quello di contenere la speculazione finanziaria, l'imposta deve essere "sovranazionale ", o a livello regionale (Unione Europea);
- se l’obiettivo è quello di equilibrare la base imponibile (ridurre la pressione fiscale sui beni scarsi – il lavoro - e aumentare la pressione fiscale sul capitale speculativo - eccedente -) si può immaginare anche un intervento nazionale.
Relativamente alla seconda ipotesi, l'aliquota deve, comunque, essere molto bassa ed inversamente proporzionale alla durata dell’operazione speculativa.
L’esigibilità della TT è agevolata dal fatto che la maggiore parte degli scambi valutari è registrata e avviene per mezzo di sistemi informatici (borsa telematica, ecc…).
Tecnicamente un’imposta sulle transazioni può essere riscossa anche tramite sistemi computerizzati che registrano immediatamente lo scambio oppure utilizzando come sostituti d’imposta gli intermediari finanziari autorizzati ad effettuare transazioni sui mercati finanziari e monetari:

- le banche;
- gli intermediari finanziari;
- i concessionari della riscossione;
- Borsa Spa;
- Monte Titoli S.p.A;
Il presupposto d’imposta (il fatto) è lo scambio di titoli, azioni e/o monete e si applica alla vendita o al trasferimento di tutti gli strumenti finanziari, espressi in euro o in altra unità, vale a dire azioni, obbligazioni, buoni del Tesoro, accettazioni bancarie, carta commerciale, opzioni, features, derivati.
Il primo luglio 2004 il Parlamento belga, con un'insolita maggioranza socialista-democristiana, ha approvato il progetto di legge che istituisce la Tassa Tobin.
L'approvazione della Tassa Tobin è un fatto importante. Il fatto che, per evidenti motivi, l'applicazione pratica della tassa sia rimandata a quando la Tassa Tobin non sarà approvata da tutti i paesi della zona euro nulla toglie alla sua importanza: ormai è legge dello stato.
Si tratta del secondo paese della zona euro che approva questa misura. La Francia l'ha già fatto due anni fa; il suo esempio rischiava di restare un bel fatto, ma rinchiuso in uno splendido isolamento: l'esempio belga invece ci dimostra che la Tassa Tobin è una misura possibile e non è destinata a restare una pura affermazione di principio.Anche in sede Europea ci sono varie mozioni riguardanti la TT ma in realtà la discussione è ancora in stato embrionale.